STABILIZZAZIONE PRECARI VV.F. PRIMA SI, POI NO, POI FORSE

Emanate le nuove modifiche ordinamentali

Nazionale -

Lavoratori,

abbiamo vissuto queste ultime ore in altalena, sono infatti molti i dettagli che per i non addetti ai lavori rimarranno sempre oscuri.

Torniamo indietro di qualche giorno, al 23/05/2017 data nella quale viene licenziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo schema di modifica del D.Lgs. 139/2016. L’euforia è alle stelle, i discontinui aspettano il tanto atteso rapporto d’impiego, che viene finalmente scritto in un provvedimento ufficiale dopo l’impegno della Risoluzione Fiano dello scorso gennaio. Molti si vendono la cosa come fatta, noi aspettiamo, è uno schema di decreto, mancano ancora alcuni passaggi e l’ufficialità della Gazzetta. Sembrano ore interminabili durante le quali i nostri detrattori quelli dell’ABBIAMO VINTO scritto a caratteri cubitali, non esitano a prendersi i meriti di quello che è sicuramente il passaggio più importante della risoluzione Fiano.

Noi attendiamo, ancora non abbiamo portato nulla a casa e di certo non vogliamo illudere i lavoratori di qualcosa che non è ancora ascrivibile come un risultato raggiunto. Iniziamo le interlocuzioni con i parlamentari e con i legali di riferimento, qualcosa sembra non andare per il verso giusto, arrivano cattive notizie sia da un fronte che dall’altro. Poi la conferma, il MEF ha rigettato il rapporto d’impiego perché esso non ha la necessaria ed indispensabile copertura economica.

Il provvedimento definitivo così recita (modifica all’art.6 richiamato decreto): “Il solo personale volontario iscritto nell’elenco istituito per le necessità delle strutture centrali e periferiche può essere oggetto di eventuali assunzioni in deroga, con conseguente trasformazione del rapporto di servizio in rapporto d’impiego con l’amministrazione. Resta fermo quanto disposto dall’art.29, comma 1, lettera c), del decreto legislativo del 15/06/2015, n.81.”

Questo cambia tutto, non più il pieno riconoscimento ora e subito del precariato, ma qualcosa che viene spostato nel tempo, una stabilizzazione che può esserci come no.

L’avevamo scritto e detto, modificare il rapporto di servizio in rapporto d’impiego sarebbe stata essa stessa la stabilizzazione, anche se c’è da dire che anche la precedente formulazione quella ante bollinatura del MEF, trovava contrari altri detrattori (quella della stabilizzazione solo per se stessi), che la ritenevano comunque insufficiente a stabilizzare i discontinui.

Così non è stato per il MEF, che analizzato il provvedimento, ne ha dato la nostra stessa chiave di lettura, così scritto sarebbe stata stabilizzazione al raggiungimento del terzo anno anche non consecutivo quantunque maturato, anche in assenza di un provvedimento specifico.

Allora si che avremmo veramente vinto. Ora però la situazione è tornata di nuovo a complicarsi, così come scritto il provvedimento, diventa indispensabile un nuovo intervento del legislatore che deve a questo punto riscrivere un percorso di stabilizzazione.

La domanda ora è, ha questo Governo il tempo di fare questa manovra? Lunedì 05/06/2017, dovrebbe essere il giorno del varo della nuova legge elettorale che dovrebbe portare gli italiani al voto in autunno. In questo contesto di incertezza risulta oggi difficile sapere se e quando, quali saranno gli interlocutori?

Non escludiamo che potrebbe essere necessario ancora una volta mobilitare la categoria.

In questo caos non resta che stare compattamente tutti da una parte, con USB l’unico sindacato che si è sempre battuto coerentemente e senza ripensamenti per un nuovo percorso di stabilizzazione.


 

USB, L’UNICO CHE NON MILLANTA, CHE NON ILLUDE, CHE NON CAMBIA IDEA!


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