Vigili del fuoco, una legge contro la militarizzazione

Articolo della giornalista Graziarosa Villani pubblicato quest'oggi sul quotidiano Liberazione

 

 

 

 

Roma -

Una proposta di legge per scongiurare e dire no al tentativo in atto del ministro dell'Interno Pisanu di militarizzare il corpo nazionale dei vigili del fuoco. E' la risposta delle opposizioni, primi firmatari i deputati Alfonso Gianni (Prc) e Mauro Bulgarelli (Verdi), e del sindacato nazionale di categoria agli inquietanti episodi degli ultimi tempi che, nella Genova del G8 e nella Firenze del Social Forum, hanno visto il Viminale impiegare i pompieri come una forza di polizia. Una strategia, neanche troppo latente, che si aggiunge alle strumentalizzazioni in chiave trionfalista dei vigili del fuoco morti sul lavoro, troppo spesso a causa di apparecchiature e mezzi obsoleti e poco sicuri. «Non una tragica fatalità, non un eroe ma un'altra vittima del lavoro». Così i sindacati toscani dei vigili del fuoco (Cgil/Fp, Cisl/Sinalco, Uil/VVF e Rdb) si esprimono in merito alla morte di Simone Mazzi, il giovane pompiere del comando di Arezzo morto martedì a Sansepolcro. «La gru sulla quale stava operando - ha detto Stefano Del Medico, sindacalista della Rdb - ha 22 anni». Punto nodale della proposta di legge «che - dice Bulgarelli - può essere considerata quasi una proposta di iniziativa popolare in quanto sostenuta da migliaia di firme di vigili del fuoco e semplici cittadini», è la creazione, sotto le dirette dipendenze della presidenza del Consiglio dei ministri di un "Corpo nazionale di protezione civile". «La proposta - dice Gianni - nasce da una esperienza viva della quale ci facciamo carico che chiede di sottrarre i vigili del fuoco ad una sorta di militarizzazione. L'organismo che sovrintende alla protezione civile deve essere super partes, deve poter disporre anche nei confronti di altre amministrazioni e non può essere inglobato in questo o quel dicastero. Solo la creazione di un Corpo nazionale di protezione civile presso la presidenza del Consiglio - dice ancora il deputato di Rifondazione - può fornire i mezzi e gli uomini necessari per superare il concetto dell'emergenza e dell'improvvisazione ed entrare in quello della prevenzione e della educazione». Gianni e Bulgarelli hanno dato cifre e numeri di un'Italia che può essere considerata il paese più a rischio d'Europa. Per il ministero dell'Ambiente in Italia un comune su tre è esposto a dissesti idrogeologici, le aree a più alto rischio sono 11.468, le frane interessano 6.770 area mentre il pericolo alluvione pende su 2.500 zone. Sono alcuni risultati frutto del cosiddetto decreto Sarno del 1998 approvato a seguito della tragedia di un'intera zona. I dati sugli eventi sismici annoverano oltre 124mila morti nei 19 terremoti che si sono verificati tra il 1905 al 1997. Ci sono poi da considerare gli incendi dei boschi, gli inquinamenti, le centinaia di migliaia di soccorsi alle persone. Un superlavoro che i vigili del fuoco svolgono nonostante una paurosa carenza di organico di 15mila unità con mezzi obsoleti a discapito della sicurezza dei lavoratori. «Molti investimenti - commenta Stefano Del Medico dell'RdB coordinamento vigili del fuoco - sono stati destinati, infatti, all'allarme terrorismo per eventuali invasioni di tipo batteriologico, una competenza lontanissima da quelle tradizionali dei vigili del fuoco che secondo molti. dovrebbero diventare un nuovo corpo di polizia». Franco Giancarlo, segretario nazionale Uil/vvf contesta la proposta di legge e dice che «La strada da seguire è invece quella di lasciare il Corpo alle dipendenze del ministero dell'Interno e di inserirlo nel comparto sicurezza». La battaglia contro i tentativi di militarizzazione del corpo si combatte anche al Senato. «Non ci lascia tranquilli - dice il senatore verde Sauro Turroni, vicepresidente della commissione Ambiente del Senato - la legge di "semplificazione" che delega al governo anche la riforma dei vigili del fuoco. Anche se i criteri vanno nella nostra stessa direzione non ci fidiamo del governo e pensiamo che potrebbe andare oltre le deleghe ricevute. E' per questo che è necessario attivarci e vigilare». E Turroni ricorda di aver presentato un emendamento alla legge di semplificazione che la maggioranza ha però blindato. Gli effetti di una possibile trasformazione in senso militare del corpo cancellerebbe tutte le conquiste sindacali ottenute negli anni. La legge di riferimento passerebbe da quella che regola il pubblico impiego a quella che disciplina le forze di polizia, il diritto di sciopero sarebbe negato così come, con la cancellazione delle rappresentanze sindacali unitarie, sfumerebbe ogni possibilità di intervenire nella contrattazione. «Ci sarebbero poi - dice Del Medico - dei problemi nella gestione dei servizi. Il nostro - precisa - è un lavoro di squadra al quale i gradi non si addicono, si verrebbero a creare, con le gerarchie, delle dinamiche che andrebbero a discapito dei cittadini».