Si continua a morire nonostante le strumentali parole dei politici

Ancora un lutto colpisce la categoria dei vigili del fuoco

 

 

 

 

 

Firenze -

Abbiamo appreso pochi minuti fa che un vigile del Fuoco del Comando di Arezzo, Simone Mazzi di 25 anni, è morto durante le operazioni di un sollevamento con l'autogrù.

 

Le scarne notizie che si sono potute avere fino a questo momento sono quelle che mentre una squadra di vigili del Fuoco di Arezzo stava effettuando un sollevamento, il cavo a cui è appesa la carrucola, si è rotto o distaccato facendola precipitare, cosi da colpire Simone Mazzi, uccidendolo all'istante.

 

Nonostante queste notizie debbano essere approfondite per conoscere l'esatta dinamica dell'incidente, possiamo tranquillamente affermare che il ripetersi cosi frequentemente di tanti tragici incidenti è indice di uno stato di gravissimo degrado in cui versa il Corpo Nazionale.

Senza risorse, con mezzi obsoleti che solo una motorizzazione compiacente permette di renderli ancora circolanti, con una carenza di organico che fa si che vi sia un carico di lavoro aggravato sempre di più, un ricorso sempre più massiccio del personale per servizi da effettuarsi fuori del normale orario di lavoro reso più appetibile dal fatto che lo stipendio non garantisce più un esistenza dignitosa che alla lunga logora e impedisce di riposarsi e riprendere la necessaria lucidità per svolgere in sicurezza questo lavoro.

L'incapacità, o meglio la volontà dei governi che si sono succeduti alla guida del paese fino ad ora, di non dare un futuro al corpo nazionale, facendolo divenire la struttura portante della Protezione civile, ma lasciandolo languire in una condizione di subalternità, trasformandolo in manovalanza a buon mercato adatta per tutti gli usi.

 

Ebbene la responsabilità di queste morti ricade sulle spalle di quelli che non lesinano una medaglia o un titolo di una nuova "caserma" a titolo di riparazione postuma, ma che ai lavoratori Vigili del Fuoco non serve a migliorare la qualità della vita.