LAZIO, UNA DIREZIONE DA CORREGGERE

Roma -

Lavoratori,

che i tempi peggiorino, e per chi vive di lavoro in particolar modo, non è una novità, ma ignorare nefaste previsioni quando se ne ha contezza, comporta sempre ricadute più deleterie di quanto s’immaginasse. Vale tanto per i lavoratori quanto per l’amministrazione, con la sola differenza che il prezzo più salato lo pagano sempre i primi.

È per questo che USB insiste su corrette relazioni sindacali e organizzazione del lavoro, poiché stante la continua emorragia d’organico, mansioni, incarichi, funzioni ecc… vivono nell’estemporanea improvvisazione quando non nell’arbitrio. Non è possibile metter mano ai carichi e all’organizzazione del lavoro ogni 7\8 anni come accaduto fin ora nel Lazio, anche in virtù dell’evoluzione sempre più tecnologicamente accelerata dei processi produttivi.

I fatti degli ultimi giorni sottolineano tali aspetti, si pensi al lavoratore di turno, festivo o notturno che sia stato, da solo in servizio in sala operativa regionale, soli nella cattedrale nel deserto (chi lo salva? Come affrontare l’ordinario? E l’emergenza? Come fruire della mensa?), oppure al calvario generato dalla riduzione dei centri di spesa per chi ci si deve scontrare ogni giorno, o a quello che si vive in CMR, dove la completa operatività è una scommessa quotidiana, quasi sempre perdente.

Basta arrangiare a spese dei lavoratori, e poi come si potrà avendo zero unità o settori saturi non più in grado di evadere quanto necessario?

Solo i lavoratori possono indurre il cambiamento, con il confronto, con il ragionamento condiviso, con l’azione e l’empatia di classe.

Pena lo status quo ed ennesime parole al vento.



Coordinamento regionale USB VV.F.