Il diritto alla difesa "scompare", un'altra vittoria dei fautori del comparto pubblicistico.

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Avete mai sentito parlare di collegi arbitrali?

Per i più distratti vi spiegheremo cosa sono: l’Istituto dell’arbitrato e della conciliazione nel pubblico impiego è stato introdotto con il CCNQ del 23/1/2001 stipulato tra l’Aran ed i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali.

E’ un’alternativa facoltativa al ricorso al codice di procedura civile per la risoluzione delle controversie di lavoro nell’ambito del pubblico impiego.

Ci riferiamo all’art.412 ter c.p.c che stabiliscela possibilità all’interno dei CCNL di introdurre la facoltà per le parti di deferire ad arbitri la decisione su una controversia di lavoro, in alternativa al ricorso al Giudice del lavoro. Il legislatore con tale strumento ha voluto perseguire due finalità: una è quella di garantire alle parti in lite la definizione delle loro questioni in tempi più solleciti rispetto ai tempi di un processo del lavoro, l’altra è quella di sgravare il già consistente carico giudiziario dei tribunali italiani.

Da quando i Vigili del Fuoco sono entrati nel Comparto Pubblicistico si è purtroppo assistito ad una progressiva perdita di diritti e di potere contrattuale.

Inevitabile la riduzione di garanzie anche in ambito disciplinare.

Il Dipartimento con l’avvallo di vari sindacati, (che cambiano nome, ma non idee) in testa,  si stà adoperando per promuovere il nuovo regolamento di servizio e la 217 che di fatto ci militarizza.

Regolamento e riforma che esporrà tutti noi ad un maggiore rigore di facciata, si aumentano gli strumenti repressivi non quelli professionali.

A fronte di tutto questo era immaginabile una stretta anche nei meccanismi di difesa del lavoratore, così l’amministrazione di fatto elimina il collegio arbitrale, così si risparmia un pò di  soldi, magari per investirli in inni e feste e garantiamo maggiore potere ai Dirigenti.

Cosa cambia in definitiva per noi Pompieri?

Semplice:  fino a ieri chi subiva un procedimento disciplinare rilevante, veniva mandato sotto commissione disciplinate a Roma (vedi collegio arbitrale), aveva la possibilità di discolparsi di fronte a dei rappresentanti dell’amministrazione, accompagnato da un rappresentante dei lavoratori come difensore, costo: zero euro.

Da oggi, invece, con la scomparsa dei collegi arbitrali, chiunque abbia un contenzioso con un Dirigente e si trova avviata nei propri confronti una procedura disciplinare, vedrà comminarsi una “punizione” senza possibilità d’appello se non quella del ricorso al TAR del Lazio, costo: da un minimo di mille euro a salire!

Comunque vada a finire, il lavoratore avrà subito un danno grave, perché avrà dovuto spendere molti soldi. Non esiste più un contatto “umano” ma solo scartoffie ad uso e consumo di tribunali e costosi avvocati. Il rapporto di lavoro ne risulta indubbiamente sbilanciato, il Pompiere nel piazzale ogni giorno perde diritti ed il Dirigente nell’ufficio acquista più forza. 

Interessante notare come un sindacato dei Direttivi e Dirigenti  promuova con un certo vigore l’entrata dei Vigili del Fuoco nel Comparto Sicurezza.

Chiediamo a tutti i lavoratori, ma qualche dubbio non vi ha sfiorato la mente?

 

Siamo sicuri che quello che va bene ai Direttivi e Dirigenti vada bene anche a noi?

Vogliamo aspettare il giorno che ci avranno ridotto al silenzio completo,  prima di alzare un dito e chiedere dove è la toilette? Perché questa sarà, poi l’unica domanda che potremmo fare ai nostri Dirigenti.

In una caserma dei Carabinieri abbiamo visto una scritta nella facciata esterna, “obbedir tacendo e tacendo morir”  frase tratta da un poema di Nigra Costantino.

Vogliamo che questo diventi anche il nostro motto?