AL MINISTRO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Richiesta incontro per la consegna della piattaforma contrattuale – richiesta chiarimenti sull’apertura dei tavoli contrattuali dal 2009 ad oggi – richiesta incontro in riferimento allo stanziamento dei fondi per il riordino delle carriere.

Nazionale -

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione



Oggetto: richiesta incontro per la consegna della piattaforma contrattuale – richiesta chiarimenti sull’apertura dei tavoli contrattuali dal 2009 ad oggi – richiesta incontro in riferimento allo stanziamento dei fondi per il riordino delle carriere.


La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto ed esperiti tutti i tentativi di dialogo con l’amministrazione di categoria che non hanno prodotto effetto alcuno, chiede chiarimenti in merito allo stato dell’arte sulle procedure di apertura dei CCNL mancanti dal 2009 ad oggi. Le motivazioni sono ormai chiare da tempo ed il CCNL è ormai un’esigenza, oltre ad essere un diritto, negato da troppo tempo a una categoria, la nostra, che ha vissuto una fase di riordino che ha stravolto il sistema del soccorso tecnico urgente negando diritti e sicurezza nei luoghi di lavoro. Esempio lampante è l'emergenza in atto basata sul risparmio. La terra continua a tremare e noi siamo impotenti per colpa del decreto Monti. Non ci sono parole davanti ad una strategia di intervento di questo evento sismico basato di fatto sul risparmio.

La politica che dalla fine degli anni '90 ad oggi, ha permesso il dualismo con la protezione civile, ci ha portato alla legge 252, pubblicizzazione del rapporto di lavoro, burocratizzando il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e escludendo un processo di crescita nazionale in favore della cultura della salvaguardia (legge 225). La ricerca, la previsione grandi rischi, la prevenzione, l'investimento della macchina del soccorso, le assunzioni al fine di raggiungere il parametro europeo di 1 vigile del fuoco ogni mille abitanti (invece che l'attuale proporzione di 1 vigilie del fuoco ogni oltre 15000 abitanti esistente in Italia) sono stai accantonati e si è di fatto cannibalizzata la macchina del soccorso svendendo a favore dei privati un patrimonio che invece deve essere pubblico.

Ad oggi l'amministrazione si vanta della riduzione dei centri spesa (da 118 a 18+2) e della modifica del luogo di lavoro giuridico (Dlg 139) la quale ha determinato un piano di “esodo” (nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione) e un conseguente “sovraccarico di lavoro” che ha reso la categoria di fatto dei lavoratori pendolari; la vetustà del parco automezzi e il pietoso stato in cui versano molte sedi di servizio aggravano sempre più lo stato di disagio (nessuna delle nostre sedi è a sicurezza sismica).

È ormai evidente che il transito nella LEGGE 252 e le sue dirette normative emanate (il DLg 217, il DLg 139, il DPR 64, ecc…) sono di fatto una “mannaia” che pende sulla testa dei lavoratori. Condizione che si è maggiormente aggravata con la chiusura dei contratti sia sul piano dei diritti che sulla condizione economica, e non solo, si è assistito ad un tracollo nel dispositivo di soccorso, con sperpero di denaro per grandi progetti inutili (vedi missione Augusta 2016, Modex, ecc), mancanza di una visione certa che ci collochi all’interno di un progetto più ampio di Protezione Civile, come quello che l’USB da anni propone ai vari Governi!

Il traghettamento al regime Pubblicistico con il relativo sentito delle Organizzazioni Sindacali è di fatto risultata una riforma che ha scimmiottato un sistema adottato da atri corpi dello stato più vicini alle logiche della sicurezza che a quelle della salvaguardia, che hanno fatto nascere in seno al Corpo Nazionale una potente struttura burocratica capace di creare scenari continui di cattiva gestione del soccorso tecnico urgente (vedi emergenze continue e mancate convocazioni per la pianificazione e formazione obbligatoria ingestibile) che quotidianamente ledono alla normale attività lavorativa; con l'obbiettivo di sollecitare la nascita dei presidi, distretti e posti di vigilanza (aperti di giorno e chiusi di notte); la chiusura dei nuclei, visti come rami secchi, in nome della “spending review” decreto Alfano, con il conseguente irrigidimento dell’amministrazione nel non voler discutere circolari, nautici e sommozzatori in primis, che sono l’inizio del tracollo del Soccorso Tecnico Urgente. Tracollo che partendo dai nuclei si estenderà a tutto il CNVVF; la continua mancanza di una politica interna attenta alla sicurezza sui luoghi di lavoro (non esiste, malgrado le rassicurazioni, l’ufficio centrale del DL 81) e alla salute dei lavoratori. Manchiamo di un Osservatorio Medico sulla salute dei Lavoratori VF (vedi problema esposizione diretta con sostanza contenenti Amianto) capace di formulare quelle pratiche necessarie per il riconoscimento di patologie ed il relativo monitoraggio della salute del corpo nazionale. Atto, anche al riconoscimento della Categoria Particolarmente ed Altamente Usurante (studio/riconoscimento delle patologia professionali e Stress Correlato) e i relativi Tempi di Vestizione.

La mancata professionalizzazione e relativo riconoscimento economico di tutte le categorie del CNVVF, siano esse specialità, specializzazioni, SATI o operativi in genere. A solo titolo di esempio i SATI i si ritrovano nel mezzo di una bufera di cambiamenti che li vedono in prima persona vittime di un Riordino dopo essere state il “simbolo delle nefandezze” della LEGGE 252 e del DLg 217 in quanto questi lavoratori vivono addirittura una carriera “al contrario”, effetto unico nella Pubblica Amministrazione. Condizione maggiormente aggravata con l’assorbimento, attraverso la mobilità lavorativa forzata, di lavoratori amministrativi provenienti da altre realtà pubbliche verso il CNVVF. Si ricorda che il settore amministrativo è manchevole, da troppo tempo, di dovuta applicazione della mobilità ordinaria e leggi speciali.

Il problema dell'istituto della formazione ed il relativo “abuso” di norme contrattuali, mai di fatto applicate (vedi ultimo accordo contrattuale privo del dovuto confronto applicativo che imporrebbe 1/20 in formazione in servizio e la relativa mancata omogenizzazione territoriale di pacchetti basici riformati – SAF e USAR in primis). Il problema dell'art 28 del CCNQ del 2000 (ore guida) ancora soggetto a fortissime restrizioni benché la norma reciti altro ed utilizzato solo “a comodo dell'amministrazione”. La formazione in deroga al normale concetto di “amministrazione trasparente” trasferisce in autonomia personale per esigenza di servizio (vedi Totur) favorendo un sistema poco trasparente e propenso al clientelismo.

Il mancato recepimento da parte della periferia di norme e vincoli contrattuali che di fatto fanno chiarezza su alcune “gestioni personali” (vedi Comando di Roma e Messina su mobilità leggi speciali) passate. Il mancato recepimento in periferia, da parte dei dirigenti, delle norme sulla trasparenza e la correttezza delle relazioni sindacali. Azione ultima descritta sostenuta dall'ufficio centrale del dipartimento delle relazioni sindacali di fatto non all'altezza di poter risolvere situazioni di controversia e/o esprimere pareri o sollecitare le parti al dialogo. Si registra uno scadimento di questo importante ufficio che di fatto potrebbe con una buona opera evitare l'inasprimento di molte controversie che si generano, da una parte e dall'altra, in merito ad incomprensioni e/o eventuali personalizzazioni dello scontro.

Mancata apertura di tavoli amministrativi richiesti ai sensi degli istituti contrattuali dalla scrivente ancora in attesa di debita istituzione (a solo titolo di esempio: accordo di mobilità del 2013, circolare 8 e circolare 9, articolo 28 – ore guida, formazione, esposizione Amianto, mobilità leggi speciali e mobilità ordinaria, ecc).

Una sezione a parte la dedichiamo al problema Opera Nazionale Assistenza ormai diventata terra di “sciacallaggio”. Vera “parentopoli” gestionale priva di chiarezza alcuna è di fatto snaturata della sua funzione “morale” (a fronte del fatto che il CNVVF non ha l'INAIL) verso un indirizzo gestionale privato. Abbiamo scritto ed abbiamo riscontrato situazioni sconvolgenti che ricadono sulle tasche di tutti i lavoratori e che a nostro avviso sono da indagine della procura della repubblica. Attendiamo ancora risposta da parte del dipartimento.

Quindi come lavoratori vogliamo recuperare economicamente i contratti che mancano dal 2009. Vogliamo l'assunzione dei precari del corpo nazionale (i discontinui per intenderci) per risolvere definitivamente il problema delle dotazioni organiche, origine di molti mali del corpo nazionale, e rientrare nei parametri europei di 1 vigile del fuoco ogni 1000 abitanti e consentire una pensione dignitosa a VF ultra cinquantenni (basta art. 19 della 183/2010 che ci ha tolto i 53 anni per andare in pensione e ci traghetta ai 62 anni).

Ricordiamo che dal 2009 nei vigili del fuoco non abbiamo più i rinnovi dei contratti di lavoro ma solo leggi di bilancio. Mentre l’inflazione programmata galoppa al 10,4%.

Chiediamo il rispetto della normativa contrattuale e l'abrogazione di tutte quelle circolari che in nome della produttività ci sovraccaricano di lavoro. Vogliamo che i soldi dell'ONA vengano gestiti direttamente dal corpo nazionale e che vengano utilizzati per tutti i lavoratori che in infortunio o malattia si trovano a dover sopperire di tasca alle spese mediche e di ticket (basta con le assicurazioni “fantasma”). Non si può accettare una riforma delle carriere che, oltre che contraria alla norma che stanzia i famosi 103 milioni per il solo anno 2018, offende la dignità di chi ogni giorno realmente fa muovere la macchina del soccorso regalando tutti i soldi ai direttivi.

Chiediamo il rispetto dell’orario di lavoro, diritto alla mensa, diritto al tempo libero, inail, riconoscimento della categoria atipica particolarmente ed altamente usurante, una vera riforma pensionistica, il rispetto del dlg 81/08, la 14^mensilità.

Considerato, anche, che alla soppressione del CFS è corrisposta una accelerazione delle convenzioni sul territorio nazionale che attualmente pongono in crisi l’impianto di soccorso agendo direttamente sull’uso dello straordinario creando un inevitabile sovraccarico di lavoro e una conseguente risposta scadente con la possibilità di un aumento di possibili infortuni e considerato che il CCNL impone le 36 ore settimanali con modalità ai sensi dell’art 7 comma 1 del DPR del 7 maggio 2008 si verrebbero, ad oggi, a creare condizione dove i lavoratori verrebbero costretti a prestare una mano d'opera altamente specializzata a 7€ ora con la conseguenza diretta che le dotazioni/piante organiche non debitamente ricostruite in base al rapporto cittadino soccorritore ad oggi sarebbero ancor più soggette allo squilibrio (dettato sempre dal rapporto 1VF ogni 1000 abitanti che non riusciamo a raggiungere) in quanto le competenze sono considerevolmente aumentate con la lotta agli incendi boschivi, a cui saremo soggetti nei prossimi mesi, ma non debitamente ammortizzate visto che le competenze del Dlg 177 sono di fatto contenute, ma non debitamente regolamentate, dal Dlg 139 evidenziando la necessità di essere bene articolate.

Capitolo a parte è l’insufficienza delle risorse destinate al riordino delle carriere, ci era chiaro fin da subito che i 103 milioni di euro ripartiti per i 33 mila appartenenti al CNVVF, sarebbero state inadeguate a dare soddisfazione al personale, non tanto per un aumento retributivo pur auspicato, ma perlomeno per mantenere l’esistente e cioè gli 80 euro del contributo straordinario e gli 80 euro del bonus fiscale.

A questo si sovrappone che il 20% di tali risorse di fatto serviranno alla ricostruzione delle carriere di 293 direttivi facendoli diventare dirigenti speciali.

Per le ragioni esposte e per la consegna, ufficiale, della nostra piattaforma contrattuale chiediamo un incontro specifico nell’ambito dell’apertura dei CCNL a noi, come categoria, necessari.

Si rimane in attesa di riscontro.