LETTERA APERTA AI SINDACATI

Genova -

L’intenzione di questa lettera è quella di spiegare la scelta, che ci obbliga come organizzazione sindacale, a non aderire ad un documento comune per la carenza di organico della nautica. Ovviamente la protesta è condivisibile e lo dimostrano tutte le azioni che abbiamo intrapreso in questi anni. È imprescindibile per USB ritenere responsabili quei sindacati che hanno scelto di firmare un riordino che, a nostro giudizio, ha sostenuto l’amministrazione nell’attuare la spending review togliendo diritti ai lavoratori, la chiusura di nuclei sommozzatori e nautici, senza un rinnovo contrattuale e una finta stabilizzazione dei precari.
Un documento comune non può essere imposto, anzi è il frutto di un percorso individuale per ogni sindacato che può sfociare in un’azione comune. 
Ci è stato chiesto di essere uomini per un’azione di responsabilità, concetti che noi attuiamo costantemente ed è per questo che USB ha deciso che un documento comune limitato nell’esprimere un malessere non può essere condiviso.
Non abbiamo mai escluso nessun lavoratore e sindacato nell’unirsi ad uno sciopero o manifestazione limitandolo nelle sue dichiarazioni.

Riteniamo fondamentale ricordare ai lavoratori il perché si è arrivati alla presa di coscienza del fallimento di tutte le trasformazioni che abbiamo subito: legge 252, 217, 139 e infine il riordino “cappello” definitivo che esprime la morte del soccorso.

Chi ci impone una firma obbligandoci a rinnegare la nostra totale contrarietà al riordino ha ben chiaro il fallimento in atto e cerca di coinvolgere USB in una lettera sterile senza descrizione di una storia fondamentale in cui il lavoratore deve apprendere perché è successo.

Quindi proponiamo un comunicato stampa che accoglie la denuncia delle esigue risorse del settore nautico, comuni a tutti i vvf, senza rinnegare il nostro credo e la nostra linea politica che sino ad oggi ha dimostrato coerenza e verità che confermano il fallimento del soccorso voluto dalla concertazione continua.