INTERVENTI DI DISINFESTAZIONE IMENOTTERI

Bologna -

 

Alla C.A. ing. Carlo Dall’Oppio

Comando di Bologna

e.p.c. ing. Gianfranco Tripi

Dirigente Addetto

e.p.c. Tolomeo Litterio

Direttore Regionale

 

 

 

Oggetto: Interventi di disinfestazione nidi imenotteri

 

Le inviamo la presente per invitarla ad una riflessione sulla modalità con la quale questo comando sta affrontando gli interventi su api, vespe, calabroni. Premesso che questo tipo d’ intervento è di competenza delle USL (legge regionale 19 del 1982), assodato che quest’ultime non provvedono a questo servizio, prendiamo atto della necessità di dare una risposta al cittadino. Facciamolo però senza assecondarne la paranoia o l’isteria. Nell’intenzione di dare sempre e comunque una risposta , si rischia di creare allo stesso cittadino un danno, in quanto si scoprono intere zone di territorio per provvedere ad un servizio spesso non necessario. Valutare la sostenibilità di un servizio in termini di risorse, non solo strumentali, ma umane è indispensabile.

La circolare EM 2925/3403 del 3 giugno 2000 aveva già scritto in premessa:

“Nel decorso anno il CNVF è stato particolarmente impegnato per l’effettuazione di numerosissimi interventi per disinfestazione e rimozione di nidi di calabroni, vespe, etc, con notevole dispendio di risorse organizzative, anche a scapito dei servizi di istituto, nonché di impiego di fondi di bilancio altrimenti indirizzati in termini di obbiettivi e priorità dell’Amministrazione. Notevole è stata altresì l’esposizione al rischio specifico professionale da parte degli operatori VF, impegnati in genere in altre e più pertinenti diversificate attività di soccorso tecnico urgente e di Protezione civile. Questo Ministero ha già avuto modo di fornire direttive in merito alla eccezionalità e straordinarietà dell’impiego delle strutture operative del CNVF per tali circostanze, ed ha richiamato l’attenzione delle SS.LL. circa il ristretto campo di azione da osservare, da limitare ai casi di immediato pericolo per la popolazione, comunque con la scrupolosa osservanza dei criteri di cui al D.L.vo 626/94 in materia di tutela della salute dei lavoratori dipendenti. Anche per il corrente anno si ritiene necessario richiamare l’attenzione delle SS.LL. e dei Signori comandanti Provinciali in merito all’osservanza dei criteri di impiego delle strutture VF per fronteggiare le situazioni in questione, significando che l’ulteriore riduzione degli stanziamenti di bilancio impone una decisa razionalizzazione e ridefinizione dei limiti operativi dell’Amministrazione, verso livelli sempre più definiti. “

 

La USB per vie brevi ha già fatto presente le stesse cose che l’allora Direttore Generale ha scritto 16 anni fa. Nella stessa circolare si indicano alcune situazioni che sono da prendere in considerazione per intervenire, quali:

 

- Situazioni di impossibile isolamento dei locali all’interno dei quali insistano sciami di insetti;

-  Impossibilità di allontanamento, sia pur temporaneo, delle persone vulnerabili;

- Situazione di crisi per gruppi sociali;

-  Dimensioni straordinarie degli sciami e/o dei favi;

-  Situazioni di rischio o di difficoltà di accesso ai siti;

-  Richiesta da parte dei Servizi localmente preposti alla disinfestazione, nei casi in cui siano necessari strumenti e mezzi in dotazione al CNVF.

 

Gli interventi che interessino aree esterne ad abitazioni, nonché attività industriali, commerciali e turistiche per le quali la responsabilità della sicurezza e dell’igiene e salubrità dell’ambiente di lavoro ricadono sul responsabile dell’esercizio medesimo non rientrano nella competenza del CNVF e dovranno essere fronteggiate in fase di prevenzione dalle strutture organizzate a tal fine costituite.

 

 

 

Fondamentale dunque ridare centralità al ruolo della sala operativa che deve fare da filtro. Una volta raccolte le chiamate, se molto numerose, si deve pensare ad organizzare un’apposita squadretta. Togliere la possibilità di filtro alla sala operativa significa declassarla a semplice centralino smista chiamate. Quando abbiamo parlato di sostenibilità ci riferiamo anche allo spreco di risorse che un servizio non organizzato provoca a tutto il dispositivo di soccorso, ci sono giorni che si percorrono centinaia di km perché si ritorna più volte nella stessa zona, una buona organizzazione ed una squadra organizzata ad hoc, ridurrebbe di molto i costi del servizio.

 

La USB si è già mossa presso la direzione regionale per richiedere una convenzione ad hoc per questo tipo di servizio, in virtù sempre di quanto scritto nella circolare sopra citata

 

“Si pregano pertanto le SS.LL. di voler assumere a livello locale, le opportune intese con i competenti Uffici delle Amministrazioni Regionali e locali e/o con le Aziende Sanitarie Locali per la predisposizione di quanto ritenuto necessario al fine di poter realizzare le migliori condizioni di bonifica preventiva del territorio e la sensibile riduzione del rischio in questione, attivando se del caso anche specifiche convenzioni a pagamento con gli Enti interessati. Poiché dall’esperienza maturata sembrerebbero configurarsi condizioni o situazioni riconducibili più specificatamente al contesto delle competenze di natura sanitaria, che richiedono l’impiego di adeguate e mirate risorse operative specialistiche oltre a quelle poste a disposizione eccezionalmente dal CNVF, si segnala ai Sigg.ri Presidenti delle Regioni la necessità di valutare ogni possibile iniziativa ritenuta utile ai fini della prevenzione e della riduzione del fenomeno in questione. Appare opportuno altresì, assicurare una capillare e diffusa informazione per porre le popolazione nella condizione di conoscere le strutture operative alle quali formulare le richieste degli interventi necessari e le complessive procedure di riferimento.”

 

 La circolare che abbiamo citato è stata diramata a tutto il personale lo stesso anno da un suo predecessore con l’odg 223 del 4 luglio 2000. Di questo odg ci preme evidenziare soprattutto il punto 2 dove è scritto di non sguarnire l’area metropolitana di Bologna e di pensare a formare una squadra ridotta per questi servizi in sede centrale. Altresì chiediamo di rivedere lo stesso odg nel punto 1, perché in contrasto con la circolare ministeriale, in quanto di fatto si lascia un ampia discrezionale che costringe ad una assunzione di responsabilità troppo alta da parte di chi riceve la telefonata.  Per rafforzare quanto previsto dall’odg 223 del 2000 riportiamo un fatto avvenuto pochi giorni fa, mentre la partenza del distaccamento cittadino si trovava a verificare l’ennesima chiamata per api, dove di fatto il nostro intervento non era necessario, a pochi passi dal distaccamento un bambino era rimasto chiuso dentro un appartamento invaso dal fumo, nonostante l’arrivo immediato dell’autoscala presente al Carlo Fava, non si riusciva a portare soccorso, in quanto si poteva accedere solo da una corte interna e ci voleva la scala italiana, per fortuna trattandosi di un sabato estivo con una situazione di traffico ridotto, la squadra della centrale è arrivata in pochi minuti, ma se l’evento fosse accaduto in un infrasettimanale (parliamo dell’ora di punta) avremmo potuto garantire la salvaguardia del bambino?  Sono forse solo congetture, speculazioni, ma abbiamo il dovere di farle, perché noi facciamo soccorso e la prevenzione e previsione è uno degli aspetti cruciali. Il distaccamento Carlo Fava nasce nell’ottica di ridurre i tempi di intervento sulla città, utilizzarlo nella “campagna disinfestazione pubblica” da imenotteri è un errore che può produrre gravi conseguenze, questo vale anche per il Dante Zini, vale anche per la centrale.

Attendiamo sue direttive in merito, nell’ottica di ottimizzare il servizio di soccorso e ridurre sprechi inutili, considerando poi, ci permetta quest’ultimo sfogo, che quando si chiedono risorse per riparare i mezzi è un problema, ma non lo è fare centinaia di km al giorno girando a vuoto inseguendo sciami di api con la speranza che si fermino e che ci consentano di intervenire. Certi di un suo sollecito riscontro.

 

 

 

 

Distinti Saluti