TRIESTE È IN SCIOPERO IN DIFESA DEL CONTRATTO

DIRETTORE REGIONALE AFFERMA: “ME NE FREGO DEL CONTRATTO” E USB RISPONDE: “NON ACCETTIAMO RICATTI”

Trieste -

Lavoratori,

il sottotitolo di questo comunicato inquadra perfettamente l’arroganza con la quale la direzione regionale ha affrontato il tavolo paritetico a fronte dello stato di agitazione indetto da USB VVF Trieste.

Come noterete dall’allegato (verbale di tentata conciliazione) il direttore ha ammesso che le specializzazioni non vengono pagate “grazie” al sostegno che lui stesso ha fornito al dirigente di Trieste (che ha formulato un quesito nell’agosto di questo anno) i quali come “una allegra brigata” godono della sottrazione indebita di parte del salario a tutti quei lavoratori che sia in infortunio che in assenza per godimento di legge non sono a loro dire “produttivi”.

Ecco cosa produce il riordino ed ecco cosa succede quando il manico del coltello è posto nelle mani di dirigenti “manager” che più risparmiano sulla pelle dei lavoratori e più ne traggono profitto. La situazione dopo l’incontro è divenuta insostenibile lo stesso “arbitro”, dal caldo della sua poltrona, ha deciso di rimandare a Roma la patata bollente. Praticamente i dirigenti locali mettono in dubbio il contratto e poi se ne lavano le mani… tanto a rimetterci sono i lavoratori.

USB che è sempre stata contro la privatizzazione del rapporto di lavoro, processo che vede nel riordino il suo atto finale, non accetta che i lavoratori siano penalizzati oltremodo da una politica “scellerata” messa in piedi da amministrazione e “firmaioli”. Il tavolo paritetico ha dimostrato che solo USB sta affrontano il problema di questa sottrazione indebita da parte dei dirigenti periferici. Sia l’arbitro, che è pur sempre l’amministrazione, sia il direttore hanno rimesso il tutto alla “letterina” del direttore centrale delle risorse economiche e finanziarie dicendo che loro si attengono alle interpretazioni fatte dal “ragioniere centrale”. Questo è il segno tangibile di una debolezza interna che mette in dubbio anni di contrattazione ed incontri tra le parti (parliamo del contratto) che vengono così tracciati di punto in bianco dal primo burocrate che in crisi “da peperonata notturna” al mattino decide di sfogarsi contro i lavoratori.

USB è in sciopero e non arresterà la sua azione di protesta fino a quando il contratto di lavoro non verrà rispettato e non si darà ai lavoratori il giusto diritto alla salute, alla equa distribuzione delle risorse, al pagamento delle spettanze, al rispetto dell’orario di lavoro, al riconoscimento dei diritti acquisiti.


BASTA CON QUESTA POLITICA DA equo…ITALIA

BASTA CON IL RIORDINO