SERVIZI ANTINCENDIO PORTUALI (SAP) E DI RICERCA E SALVATAGGIO MARITTIMO (SAR)

Nazionale -

Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento

Prefetto Francesco Antonio MUSOLINO



Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Gioacchino GIOMI




Oggetto: servizio antincendio portuali (SAP) e di ricerca e salvataggio marittimo (SAR).



Il quadro normativo di riferimento attribuisce alle Capitanerie di Porto il coordinamento dell'emergenza in mare e delega al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco l’effettuazione dei servizi di soccorso pubblico e di contrasto agli incendi nei porti e nei relativi ambiti/pertinenze (S.A.P.), sia a terra che a bordo delle navi e dei galleggianti.

Nel caso di soccorso in mare aperto il Corpo Nazionale concorre a tali attività nell’ambito dei limiti operativi, delle risorse strumentali e professionali di cui dispone. Un attenta disamina di quest'ultime, assieme all'esperienza sviluppata nel settore, dall'Istituzione del Corpo ad oggi, e alla casistica degli interventi specifici, impone una revisione dell'attuale assetto organizzativo.

Il recente progetto di riordino delle Strutture Centrali e Territoriali del Corpo Nazionale, dalla scrivente non firmato (unica Organizzazione Sindacale) in materia di servizio antincendio portuale ha definito linee di indirizzo che prevedono la revisione della dotazione di unità navali e personale dedicato. Nel frattempo il disastro della m/n Norman Atlantic, con le sue criticità, ha rilevato come debbano essere ulteriormente ridefiniti il sistema di soccorso e antincendio in mare; detto in parole semplici ha allontanato la chiusura di questo settore. Con la presente circolare si definisce la nuova organizzazione del servizio e se ne fissano le modalità operative. Vengono quindi trattate le seguenti tematiche:

  1. DISLOCAZIONE NUCLEI NAUTICI: il riordino conferma l'attuale numero (24) dislocazione dei Nuclei Nautici.

  2. RISORSE STRUMENTALI: il riordino prevede il progressivo abbandono delle unità navali di grandi dimensioni e la ridistribuzione di quelle in esercizio, con l'obiettivo, nel lungo periodo, di giungere ad un totale di 45 imbarcazioni. Esse saranno costituite principalmente da unità di rapido intervento di limitate dimensioni aventi caratteristiche specifiche per la risposta ad emergenze statisticamente più frequenti (SAR). La flotta navale VF non sarà quindi idonea ad interventi oltre alle 20 miglia, ad eventuali emergenze di grande entità, o eventi che dovessero verificarsi in acque internazionali. In questi casi sarà previsto, previa definizione di accordi con la competente Autorità Marittima, l’imbarco di una o più squadre di intervento, con le relative attrezzature su unità navali terze; questo aspetto presente delle criticità da non sottovalutare (vedi Norman Atlantic).

  3. RISORSE PROFESSIONALI: La scelta operativa sulle unità navali deve coincidere con strategie di contrasto fondate sulla disponibilità di squadre operative specialmente addestrate ed equipaggiate per interventi su navi e su strutture ed infrastrutture portuali. La formazione navale del personale specialista pone quest'ultimo come soggetto ideale per interventi di soccorso a bordo nave ed in ambito portuale. La scelta tattica tesa ad aggregare all’equipaggio di condotta una squadra di intervento può essere così realizzata formando il personale necessario mediante i moduli didattici adottati nell'ultimo corso per specialisti nautici. Il personale delle sedi portuali potrà così essere orientato anche agli interventi di soccorso nell'ambito urbano contiguo all’area portuale. Nel transitorio, viene distaccato ai nuclei nautici il personale generico selezionato per la specifica formazione. Ma questo sarà pur sempre limitato dal recente progetto di riordino delle Strutture Centrali e Territoriali del Corpo Nazionale.

  4. MODALITA' OPERATIVE: sono solo due le tipologie d'intervento che possono vedere coinvolto il Corpo Nazionale in ambito marittimo: Antincendio in ambito portuale (SAP), tale tipologia di intervento è già ampiamente regolamentata dalle Monografie antincendio portuali. Concorso ad attività SAR e antincendio in mare aperto, dove la valutazione dell'intervento VF compete al Funzionario VV.F. (che non è di fatto uno specialista nella stragrande maggioranza dei casi attuali presenti nel territorio. Oppure si è pensato di fare un passo indietro sulla figura degli ispettori visto la loro collocazione sul dispositivo generale inviato?) che opera nell’ambito del Centro di Gestione dell’Emergenza (CGE) istituito dalla Capitaneria di Porto, in base alle convenzioni vigenti con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. L'utilizzo del mezzo navale VF è legato alle condizioni meteo marine e alla distanza dalla costa della zona delle operazioni, e in base a quest'ultima si possono configurare due possibilità: entro od oltre le 20 NM. Nel primo caso l’intervento delle Squadre VVF potrà avvenire mediante l’impiego di:

  • mezzo navale VVF con eventuale uso congiunto del mezzo aereo;

  • mezzo navale di terzi con eventuale uso congiunto del mezzo aereo;

  • mezzo aereo di altre amministrazioni.

Oltre le 20 NM, l’intervento delle Squadre VVF potrà avvenire mediante l’impiego di :

  • mezzo navale di terzi con eventuale uso congiunto del mezzo aereo;

  • mezzo aereo di altre amministrazioni.

Questo determina un investimento nel settore che poco si confà con il recente progetto di riordino delle Strutture Centrali e Territoriali del Corpo Nazionale.

Le procedure generali per l'imbarco su mezzi aeronavali di altri enti o di terzi necessiterà della definizione di protocolli per l’imbarco di una squadra di intervento e relative attrezzature, su mezzi aerei di altri Enti, per lo svolgimento delle operazioni di lotta antincendio, o di soccorso tecnico di altro genere, qualora le condizioni meteo marine o la distanza lo richiedano. Si dovrà quindi provvedere, inoltre, alla definizione di accordi per l’imbarco di una o più squadre di intervento, con relative attrezzature, su unità navali rese disponibili dalla locale Autorità Marittima per lo svolgimento delle operazioni di lotta antincendio, ovvero di soccorso tecnico di altro genere, qualora l’emergenza sia di grande entità. La stesura dei suddetti protocolli ed accordi dovrà comprendere specifici moduli addestrativi ed indicazioni su periodici addestramenti comuni. Questo comporterà un aumento della dotazione organica delle sedi portuali cosa non in linea con il recente progetto di riordino delle Strutture Centrali e Territoriali del Corpo Nazionale, almeno che non si crede di sovraccaricare di lavoro il personale cosa che non può trovare loco nella linea della scrivente.

Al fine di fornire indicazioni operative costituiscono allegati alla presente circolare:

  • Il Sistema di gestione operativa per gli incidenti in ambito marittimo” che si articola in “linee guida di indirizzo generale” e “metodiche operative - piano di intervento della locale struttura vigili del fuoco” contenenti indirizzi strategici di risposta.

  • Istruzioni Operative” che specificano le modalità tattiche di esecuzione delle operazioni di intervento negli scenari sopra individuati. La Direzione Centrale per l’Emergenza e il Soccorso Tecnico procederà, di concerto con la Direzione Centrale per la Formazione, all’implementazione delle attività di formazione e training del personale. Quadro normativo principale: L. 13 maggio 1940-XVIII, n. 690 e D.L.vo 139/06 art. 26, commi 5 e 6; Direttiva del Capo Dipartimento della Protezione Civile del 2 maggio 2006.

Ma l’Area IV non è di fatto la grande esclusa da tutto questo impianto? La scrivente invia queste prime riflessioni, a caldo su quanto da voi proposto e si riserva negli incontri di fornire altri elementi alla costituzione di un servizio che non può essere soggetto al recente progetto di riordino delle Strutture Centrali e Territoriali del Corpo Nazionale se il suo intento è il rilancio.