RINNOVO CONVENZIONE REGIONALE E "CHIUSURA" AEROPORTI DI PARMA E FORLI-CESENA

Bologna -

Lavoratori,

Alcuni giorni fa presso la Direzione regionale si è svolto un incontro con il Direttore e le OO.SS. , all’ordine del giorno il rinnovo della convenzione regionale e il futuro declassamento degli aeroporti di Parma e Forlì – Cesena.

La convenzione con la regione Emilia Romagna è arrivata alla sua scadenza quinquennale, la direzione ha proposto delle modifiche che se approvate dalle OO.SS. e dalla Regione varranno per i prossimi 5 anni. L’intento è quello di reperire più fondi, non solo erogando maggiori servizi. Nello specifico  è stata inserita la possibilità di un contributo per i lavori di manutenzione delle sedi permanenti oltre quelle volontarie, hanno aggiunto una maggiore possibilità di impiego del mezzo aereo che si traduce in un aumento del monte ore, con la possibilità di un impiego più versatile, secondo le esigenze specifiche del soccorso, la conseguenza è l’impiego dell’elicottero anche per altre specialità oltre quella del SAF 2B.  Nella nuova convenzione c’ è l’intento di aumentare lo scambio di informazioni, le sinergie tra regione, direzione, comandi anche attraverso lo scambio di informazioni (vedi materiale informatico, cartografico, documentaristico), anche con fondi ad hoc per il CDV.  In questa ottica inserita anche la possibilità di finanziare esercitazioni di protezione civile, e fondi per ottemperare a pratiche di controllo relative alle aziende soggette ad incidenti rilevanti (D.lgs. 334/1999, art. 6 e 8), questo ambito è di esclusiva competenza delle alte professionalità tecniche del Corpo Nazionale. A questo proposito abbiamo sollevato il dubbio che non si cerchino occasioni di guadagno per determinate figure, il Direttore ci ha risposto che l’ottica è quella di migliorare la sicurezza di strutture ad alto rischio, quindi nell’interesse della comunità: ne prendiamo atto, controlleremo di che cifre si parla e a chi andranno i fondi destinati a queste pratiche, senza scopi inquisitori per un principio di trasparenza. La Direzione ha voluto anche introdurre nella convenzione un principio di flessibilità, cioè la possibilità di gestire i soldi della convenzione in maniera più libera senza vincoli rigidi dei vari capitoli di spesa, in maniera da poter utilizzare eventuali risparmi di gestione in altre attività comprese sempre all’interno della convenzione, con il vantaggio di utilizzare al meglio le risorse. In ultimo il dirigente proporrà di aumentare la quota anticipo della convenzione dal 40% all’80%, fatto questo che si spera possa velocizzare i tempi dei pagamenti dei servizi erogati. Queste le modifiche più importanti introdotte nella convenzione. Noi della USB abbiamo premesso che oramai le convenzioni sono divenute un modo per reperire fondi che l’Amministrazione non eroga più, cioè sono essenziali per svolgere il soccorso tecnico urgente. Le risorse che noi cerchiamo in convenzione dovrebbero essere nostre di diritto, per questo la USB da anni si batte per un progetto che veda una riforma seria della Protezione Civile. Entrando nel merito della convenzione invece abbiamo evidenziato alcuni punti, per esempio pur condividendo la maggiore flessibilità all’interno della convenzione tra i vari capitoli di spesa abbiamo chiesto di essere coinvolti come OO.SS. ogni qual volta si decidesse di variare la destinazione delle risorse all’interno della convenzione. Inoltre abbiamo chiesto di inserire fondi per le colonne mobili, in quanto la nostra colonna mobile non è più in grado di provvedere alla logistica, come già segnalato da un nostro documento di qualche mese fa, senza parlare dei mezzi che sono ancora da allestire. Pensare poi che questa regione è terremotata rende il tutto grottesco.  Invece per quanto riguarda le aziende ad alto rischio d’ incidente rilevante,  abbiamo denunciato ancora una volta la situazione dell’NBCR in regione in particolare nel Comando di Bologna, l’assenza di un nucleo travasi in regione è una grave carenza per il soccorso, infatti quello di Ferrara è oramai scomparso e quello di Bologna è rimasto sulla carta. Il Direttore ci ha detto di avere l’intenzione di ripartire con un progetto concreto che darà un nuovo impulso a questo delicato settore. Concludendo: l’intento di ampliare la convenzione regionale è apprezzabile, anche se i tagli che hanno colpito gli enti locali non aprono all’ottimismo, però non possiamo biasimare il tentativo.

Per quanto riguarda invece gli aeroporti di Parma e Forlì-Cesena, abbiamo avuto delle proposte per reimpiegare gli uomini che dovranno lasciare quelle sedi all’interno dei propri comandi di appartenenza, parliamo di 52 persone a Forlì e 60 a Parma. Non entriamo ora nel merito della questione politica, USB a livello nazionale si è già occupata della questione, oggi quello che dobbiamo garantire ai lavoratori è di mantenere il loro posto nei propri comandi e magari di investire sul futuro. Da un fatto negativo bisogna trarre il massimo vantaggio che si deve tradurre nell’occasione di rivedere le  piante organiche dei comandi che sono toccati da questi tagli. Il timore infatti è quello di vedersi momentaneamente aumentare i numeri, per poi tornare ai vecchi livelli (mobilità e pensionamenti) nel giro di pochi anni. Per questo la nostra linea è rivedere al rialzo tutte le piante organiche, di trasformare in permanenti le sedi miste e di aprire nuovi distaccamenti là dove abbiamo delle zone scoperte. Per noi della USB quindi  è ovvio che non dovrebbe essere un problema ridistribuire questo personale sui territori dei rispettivi comandi. Invece purtroppo non è così, il Dipartimento attende, ne siamo sicuri, proposte a costo zero, sicuramente ci troveremo nell’assurda posizione di dover giustificare un centinaio di uomini in “più” in regione, quando dovrebbe essere la normalità, basti considerare quanti precari ogni giorno garantiscono il numero minimo nelle partenze per il soccorso. Arriviamo alla proposta: per Forlì – Cesena il progetto prevede l’ aumento dell’organico in centrale a Forlì e passare di categoria la sede di Cesena da D2 a D3, per Bagno, la nostra proposta è portarlo da misto a permanente, tentando in questa maniera di salvarlo dalla scure della spending review, che ricordiamo mette sotto la lente proprio i distaccamenti misti. Il Direttore si è detto contrario in quanto, secondo lui, non verrà mai dato il via libera da parte del Ministero e quindi propone l’istituzione di laboratori regionali (estintori, auto protezione) dislocati sul territorio (Forlì, Bagno di Romagna), l’idea è da sviluppare non è da scartare a priori, ma come USB vogliamo vederci chiaro, attendiamo che ci venga illustrata nei dettagli.

Per Parma invece è intervenuto il dirigente provinciale, presente alla riunione, che ha esposto il progetto: passaggio di categoria della centrale da C3 a C4, aumentare il personale a Fidenza, Langhirano e Borgotaro, dove possibile aumento di categoria e passaggio da misto a permanente. Fidenza per esempio avrebbe a nostro avviso le carte in regola per il passaggio di categoria. La USB si trova d’accordo con il progetto e auspica il massimo appoggio dal Direttore che ha concluso rimandando ad un prossimo incontro per definire i progetti da inviare al Dipartimento.

Avevamo tra le varie ed eventuali un punto importante che non abbiamo, per motivi di tempo, affrontato in riunione, riguarda la limitazione di utilizzo delle vetture di servizio, infatti questa O.S. aveva inviato poco tempo fa una nota al Direttore su questo delicato argomento, denunciando provvedimenti ingiusti messi in atto dal comando di Bologna, la questione in quel comando è in una fase di risoluzione, ma le stesse assurde limitazioni sono state messe in atto anche altrove in regione, vedi Modena, dove per l’appunto c’è proprio il Direttore in qualità di reggente del comando. Sarà dunque argomento di discussione nella prossima riunione, nel frattempo porremmo il problema anche a livello nazionale. Il paradosso è che mentre discutiamo di contenimento delle spese e ci vengono fatte “prediche” sul fatto che non ci sono più soldi, il direttore si dota di una vettura di servizio particolarmente costosa per consumi e manutenzione: si tratta di un’audi Q7.  Un paradosso che non è passato inosservato a molti lavoratori che ci hanno inviato e-mail indignate. Crediamo in definitiva che i dirigenti debbano per primi dare l’esempio, non chiedere sacrifici dall’alto dei propri privilegi. Quindi chiediamo coerenza, chiediamo soprattutto di rivedere le disposizioni che hanno in questi ultimi tempi interessato alcuni comandi sull’utilizzo delle auto di servizio, richiamando l’attenzione dei dirigenti al diritto alla salute dei lavoratori e all’efficienza del servizio.