Che fine ha fatto l'elmo da intervento?

Dopo lo sperpero di decine di miliardi per l'acquisto dell'inutile uniforme di rappresentanza si continua a fornire capi di equipaggiamento oltre

Roma -

 

Al Capo Dipartimento Vigili del fuoco,

Soccorso pubblico e Difesa civile

Pref. Mario Morcone

 

Al Vice Capo Dipartimento

Dott. Ing. Alberto d'Errico

 

Al Direttore centrale

per la prevenzione e la sicurezza

tecnica

Dott. Ing. Maurizio Ferrara

 

 

 

Oggetto: richiesta incontro su vestiario, equipaggiamento e uso DPI.

 

 

La presente alle S.V. per rappresentare i gravi problemi relativi alla fornitura d’equipaggiamento e vestiario al personale, nonché la necessità di dare indirizzo certo all’utilizzo di alcuni dispositivi di protezione individuali, visto il clima di confusione che regna su questo tema presso i comandi provinciali.

Come abbiamo già avuto modo di segnalare rimaniamo in attesa di conoscere il destino del nuovo elmo da intervento. Poiché sono ormai trascorsi alcuni mesi dalle annunciate distribuzioni, senza una precisa comunicazione da parte dell'Amministrazione sull’acquisto, e sul risultato delle prove tecniche e di confort, presso alcuni comandi (quali?), la scrivente chiede di ricevere la prevista informazione in materia.

Suscita nella scrivente molte perplessità l’uso delle camicie azzurre, che oltre a non fugare i seri dubbi circa la sicurezza in caso d’incendio, vista la composizione del tessuto con il 20% di tessuto acrilico, rappresenta un capo assolutamente inadeguato per gli operatori antincendio anche dal punto di vista manutentivo. Una scelta da noi criticata e contrastata in quanto abbiamo potuto verificare in maniera pratica che si tratta di un capo assolutamente inadeguato.

In occasione dei rari incontri con l’Amministrazione sul tema in oggetto e in vari nostri comunicati abbiamo perorato l’adozione di un capo di abbigliamento più adeguato, ovvero la polo in cotone, sia con maniche corte che con maniche lunghe. Una scelta che ci pare logica per il lavoro svolto dai vigili del fuoco. Risulta alla scrivente che in tale direzione fossero stati acquisiti alcuni campioni in prova, di cui al momento nessuna informazione è mai pervenuta.

Un discorso a parte merita il tema delle calzature, perché non ci pare esistano almeno in Europa, dei pompieri che indossano per dodici ore le calzature da intervento cioè i DPI. Questo sia per motivi pratici ma anche per ragioni igieniche, in quanto il personale frequenta tutti i locali delle sedi con calzature utilizzate a volte in luoghi certamente poco igienici. Inoltre, l’attuale normativa Dlgs 626 art. 44 prevede che i dispositivi, debbano essere utilizzati solo per gli usi previsti, quindi come DPI e non certo come calzature da utilizzare per l’intero arco del turno di lavoro, in altre parole nelle aule per la formazione, durante la verifica dei mezzi o peggio durante i pasti, ecc.., come attualmente avviene non essendovi alternative.

Si ritiene pertanto che alcune calzature di tipo basso, proposte in sede d’incontro dal gruppo di lavoro per i capitolati sempre con caratteristiche antinfortunistiche, siano adeguate e molto funzionali per gli usi in normale attività d’istituto, che non prevedano compiti di soccorso, e pertanto hanno avuto da parte del personale operativo e nostra, un giudizio favorevole già espresso al gruppo di lavoro per i capitolati.

In merito a quanto rappresentato si può affermare, che tutto ciò che questa O.S. ritiene idoneo sentito il parere del personale, immancabilmente viene scartato, nonostante si sia dimostrato in altre occasioni che quanto da noi sostenuto era fondamentalmente esatto. La scelta delle tute a pezzo unico ne sono un esempio lampante, o l’inutile uniforme di rappresentanza che come avevamo previsto risulta essere stata una delle scelte scellerate perorate da altri rappresentanti del personale, che come ben sapete hanno determinato un grave sperpero di denaro pubblico per decine di miliardi di lire.

In considerazione di quanto descritto si ritiene urgente un incontro, per dare una risposta in tempi brevi al personale, che continua ad avere capi oltre che in numero insufficiente, anche inadatti alle condizioni di lavoro, nonché ad utilizzare i DPI in maniera non conforme alle disposizioni legislative per mancanza d’equipaggiamento appropriato.

In attesa di riscontro inviamo Cordiali saluti.