SAF BASICO....ANCORA SOSPESO !

Nazionale -

 

Tavolo tecnico per la Formazione, si parla di SAF basico... ormai da un anno... e forse finalmente qualcosa è chiaro.

Tutte le OO.SS.,per una volta, sono concordi: QUESTO PROGETTO NON CONVINCE NESSUNO.

L’Amministrazione ci ha fatto capire da tempo che :”se nel riordino c’è scritto che bisogna somministrare il basico a tutto il Corpo Nazionale, bisogna provare a farlo”, ci piacerebbe almeno saper di chi è stata l’infelice idea, e se l’ispiratore di questo errore abbia preso anche un incentivo per questo pasticcio!

Al tavolo era presente anche una rappresentanza dell’Emergenza, che si è impegnata ad avviare entro due mesi il primo corso per gli istruttori 1B, per armonizzare la loro formazione con il pacchetto Basico. Al pacchetto sta lavorando una squadra di 5 esperti. Il punto è che le OO.SS. hanno rimandato ulteriori giudizi alla presentazione del manuale, che ci è stato garantito ci sarà presentato, anche se in forma embrionale o non definitiva, tra due mesi. Riteniamo inutile, infatti, continuare a discutere di un corso del quale non esiste ancora un manuale.

Noi come USB abbiamo comunque ribadito dei punti fondamentali (e secondo noi inaccettabili ) rispetto all’allegato B: 

È impensabile e pericoloso pensare di somministrare un pacchetto così complesso a tutto il Personale, non tutti d’altronde son portati per lavorare in corda. Cerchiamo di essere chiari; vorremmo che il basico avesse delle limitazioni, come ad esempio: calate per un massimo di 20 o 30 metri, non nel vuoto ma piuttosto su pendii scoscesi (con una pendenza massima fissata); non vorremmo che si insegnasse la creazione di ancoraggi con spot-fix {che prevedono una conoscenza e confidenza della roccia su cui si applicano); ci sembra eccessivo il cambio di attrezzi su corda singola e il superamento di frazionamenti. Di contro abbiamo richiesto di inserire la conoscenza delle linee vita sui tetti, come normativa e come capacità di riconoscere quando le linee vita  sono ancoraggi sicuri o meno. 

Noi vogliamo che ciascun pompiere possa lavorare in sicurezza laddove c’è un rischio di caduta dall’alto, ma non si può pensare che tutti i pompieri diventino in poche settimane provetti alpinisti. (e ci riferiamo sia agli allievi che ai colleghi con 20 o 30 anni di servizio sulle spalle). Non a caso abbiamo chiesto se si è analizzato lo "stress motorio", se c'è una previsione di costi e dei tempi di realizzazione di questo progetto.

Abbiamo inoltre sollecitato la formazione a riprendere i corsi SAF 2A (trovando anche le risorse per pagarne gli addestramenti in tutte le regioni) e sopratutto degli istruttori SAF. Per i 2A i corsi son fermi da oltre 2 anni, per gli istruttori da quasi 20. Per il momento la risposta è stata negativa, ma noi confidiamo nel buon senso e in Santa Barbara.

Per quanto riguarda i gruppi di lavoro, come quello degli esperti che stanno lavorando "al basico" riteniamo che sia un po' assurdo non prevedere un budget di spesa per rivedere un pacchetto formativo. E' naturale altrimenti impiegare anni, se non si hanno risorse per affrontare il lavoro tecnico, grafico, fotografico, di acquisto di attrezzature da provare e per giunta senza un monte ore straordinario da utilizzare.

Abbiamo poi chiesto ragguagli sul pacchetto neve ghiaccio che a quanto pare dovrebbe essere prossimo all’ufficializzazione.

Nota positiva: sembra che dal prossimo anno tutti i pompieri saranno dotati di scarponi “da trekking”, modello SAF, per capirci, di questo ci rallegriamo e speriamo che sia il segno del graduale miglioramento del vestiario termico per tutti i pompieri.

Prossimo incontro intorno al 21 febbraio.